SALVATORE VITALE
Death by GPS
L’opera di Salvatore Vitale (Palermo, Italia, 1986) è radicale sotto diversi aspetti: evoca al tempo stesso le atmosfere di un laboratorio, di uno studio televisivo e di un luogo che è stato teatro di disordini. Il montaggio in rapida sequenza accosta fotografie documentarie di eventi reali e riprese video di sabotaggi inscenati per stabilire un legame tra la gig economy, l’attività mineraria e l’idea di sabotaggio tecnologico. L’artista si muove, vicino a Johannesburg, nella zona grigia tra gig economy e corsa all’oro, dove quest’ultimo è inteso tanto come metafora di dati informatici quanto come materia prima da estrarre. Il progetto, realizzato con la collaborazione degli stessi lavoratori, ci invita a riflettere su tematiche scottanti e divisive, portando alla ribalta la vicenda problematica dell’essere umano che sperimenta sulla propria pelle l’avvento in diretta di una rivoluzione tecnologica che domina azioni e stati d’animo per mezzo dell’automazione dei processi produttivi e del mercato.
Salvatore Vitale (1986, Palermo, Italia) è un artista visivo, curatore, editor e docente che vive a Zurigo, Svizzera. La sua ricerca si concentra sullo sviluppo e la complessità delle società moderne, esplorandone le strutture di potere, la mediazione tecnologica e l’influenza di questi elementi sulle persone. Il suo lavoro è stato esposto in importanti centri internazionali come Fotogralleriet Oslo (2020); Fotostiftung Schweiz, Kibla Contemporary Art Space, Maribor (Slovenia), Foam Amsterdam, Deutsche Börse Photography Foundation (2019); OCAT Shenzhen (Cina), MOCAK Museum of Contemporary Art, Cracovia, Swiss Foundation for Photography Winterthur (2018); T3 Photo Festival Tokyo (2017).