SILVIA ROSI

Finalist

Kɔdi

Il fulcro di Kɔdi sono le commercianti di stoffe del mercato di Assigamé, a Lomé, in Togo, e il loro rapporto con il tessuto wax, simbolo della comunità locale e dell’emancipazione femminile. Le venditrici di wax print togolesi, chiamate affettuosamente “Nana Benz”, ebbero grande successo nel commercio di questi tessuti, ottenendo notevoli profitti e diventando le prime nel paese a potersi permettere auto Mercedes Benz. Queste imprenditrici tuttavia non si limitarono a vendere stoffe, ma assegnarono ai motivi stampati nomi e significati precisi, inventando un sistema di comunicazione unico nel suo genere, una sorta di linguaggio preverbale. Con nome quali “Se hai qualcosa da dirmi, dimmelo in faccia”, “Corro più veloce della mia rivale” o “Cara, non voltarmi le spalle”, questi tessuti erano ricercati non solo per i motivi che li ornavano ma anche per i messaggi che comunicavano. Le Nana Benz svolsero un ruolo fondamentale, seppur misconosciuto, anche nelle lotte per l’indipendenza del paese. Molte di loro sostennero segretamente il movimento la liberazione nascondendo messaggi tra i tessuti che vendevano e trasportavano per la città. Questa storia non documentata non solo ridefinisce il ruolo femminile nella conquista dell’indipendenza, ma aggiunge una nuova dimensione alla funzione già molto articolata di queste stoffe. Il complesso ruolo delle Nana Benz è restituito da Silvia Rosi attraverso una serie di ritratti segnati da strategie di dissimulazione. Non solo l’artista raffigura soggetti che indossano abiti decorati dagli stessi motivi del fondale, scomparendo quasi sullo sfondo, ma realizza anche stampe in negativo, proponendo immagini che versano in uno stadio intermedio, precedente allo sviluppo vero e proprio. Qui l’’uso dello spazio negativo è simbolico: le immagini in negativo rappresentano eventi ancora da svelare, storie “nascoste in bella vista”. Ai ritratti delle Nana Benz si alternano cinque immagini quadrate di oggetti impacchettati che ricordano gli articoli trasportati per strada dalle donne, ma anche i messaggi segreti che quelle stesse donne riuscivano a consegnare.

Silvia Rosi, nata a Scandiano, Italia nel 1992, vive tra Lomé (Togo) e Londra (Regno Unito). Ha conseguito la laurea in Fotografia nel 2016 presso LCC, University of the Arts London. Nella sua pratica si serve della fotografia e dell’immagine in movimento per esplorare lo spazio della memoria e dell’autorappresentazione. Nel 2020 è stata premiata con i Jerwood/Photoworks Awards per la serie Encounter, che ripercorre la sua storia personale attingendo al retaggio togolese della sua famiglia.

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