Raphaël Dallaporta
(Francia)
Negli ultimi dieci anni, Raphaël Dallaporta (1980), che vive e lavora a Parigi, ha intrapreso un percorso fotografico assai apprezzato a livello internazionale per lo sguardo puro e rigoroso e per l’imperturbabilità. I suoi progetti di lungo respiro, che affrontano un ampio spettro di tematiche legate all’agire umano, lo hanno portato a lavorare a stretto contatto con squadre di artificieri e sminatori (in Antipersonnel), con giuristi (in Esclavage domestique), con medici legali (in Fragile) e, più di recente, con archeologi (in Ruins). L’orientamento della sua opera è stato finora quello di porre in secondo piano la qualità documentaria della fotografia in favore della sua forza simbolica. Sin dal 2011, Raphaël Dallaporta mostra un profondo interesse per le attività dell’uomo nello spazio, allo scopo di analizzare il rapporto con il progresso e la memoria. L’artista incentra la propria ricerca sulle tracce che il programma spaziale Symphonie ha lasciato sulla Terra; ne sono un esempio le antenne satellitari e i sistemi per la telecomunicazione, parcellizzati e ricondotti a un’immagine unitaria, che Dallaporta trasforma in simbolo della comunicazione ripetutamente interrotta tra gli esseri umani.