SHEIDA SOLEIMANI

Finalist

Sheida Soleimani (nata nel 1990) è un’artista, educatrice e attivista iraniano-americana che vive a Providence, Rhode Island (USA). Figlia di rifugiati politici fuggiti dall’Iran all’inizio degli anni ottanta, realizza opere che esplorano le storie di violenza che collegano l’Iran, gli Stati Uniti e il Medio Oriente. Lavorando attraverso forme e mezzi diversi – fotografia, scultura, collage e film –, spesso si appropria di immagini di partenza tratte dai media popolari/digitali e le ricolloca all’interno di contesti inconsueti. La composizione cerca di dare risposta a una domanda. Per esempio, come si può rendere giustizia alle testimonianze dei sopravvissuti e ai sopravvissuti stessi (To Oblivion)? Quali sono le connessioni tra petrolio, corruzione e violazioni dei diritti umani tra i Paesi dell’OPEC (Medium of Exchange)? In che modo le nazioni elaborano accordi riparatori che spesso trasformano l’etica dell’ingiustizia storica in terreno per i propri interessi economici (Reparations Packages)? A differenza dei notiziari occidentali, che raramente si occupano di questi problemi, l’artista realizza opere che invitano il pubblico ad affrontarli direttamente ed efficacemente.

Le opere di Soleimani fanno parte di importanti collezioni permanenti tra cui quella del Guggenheim Museum, New York; Museum of Fine Arts di Boston; Pennsylvania Academy of Fine Arts; MIT List Visual Art Center di Cambridge, MA (USA) e Kadist di Parigi. Il suo lavoro è stato riconosciuto a livello internazionale sia in mostre sia in pubblicazioni come il “The New York Times”, “Financial Times”, “Art in America”, “Interview” e molti altri. 

Soleimani è docente di Studio Art presso la Brandeis University e riabilitatrice della fauna selvatica con licenza federale.